In un nuovo studio pubblicato su Nature Communications, i ricercatori del Nijmegen Max Planck Institute for Psycholinguistics sostengono di aver identificato le mutazioni in un gene cruciale per lo sviluppo del cervello, che credono possa essere una causa di autismo.
I tassi di autismo sono aumentati notevolmente negli ultimi anni.
Sempre più spesso, la ricerca suggerisce che casi gravi di autismo possono derivare da mutazioni genetiche che si sviluppano nella fase embrionale, piuttosto che da mutazioni ereditate dai genitori. Questi mutazioni sono conosciute come mutazioni de novo.
Cosa sono le mutazioni de novo?
Si tratta di una mutazione nuova, ossia non ereditata e da qui il termine ” de novo”.
Le mutazioni possono avvenire in qualunque momento della vita di una cellula. Se una mutazione avviene in una cellula germinale che dà poi origine ad un individuo, questo individuo avrà tutte le cellule portanti tale mutazione e così tutti i suoi discendenti.
In questo ultimo studio, i ricercatori del Nijmegen Max Planck Institute for Psycholinguistics nei Paesi Bassi e dell’Università di Washington, hanno scoperto che i bambini con autismo grave avevano mutazioni de novo in un gene chiamato TBR1, che risulta essere importante per lo sviluppo cerebrale precoce.
Inoltre, essi hanno collegato questo gene ad un altro chiamato FOXP2, che è correlato allo sviluppo del linguaggio.
Una ‘conferma eclatante’ di quanto fortemente le mutazioni de novo influenzano lo sviluppo del cervello
Per raggiungere i loro risultati, il team ha utilizzato una serie di tecniche di nuova generazione del sequenziamento del DNA, per analizzare i genomi di migliaia di bambini con autismo grave.
Essi hanno scoperto che, rispetto alle mutazioni ereditarie nel gene TBR1, le mutazioni de novo sembravano avere molto più di un impatto distruttivo sulla funzione di TBR1. ” Le mutazioni de novo interrompono molteplici aspetti della funzione TBR1, tra cui la localizzazione subcellulare, interazioni con co-regolamentazione e repressione trascrizionale”, spiegano i ricercatori.
Commentando questa scoperta, il co-autore dello studio, il Dr. Pelagia Deriziotis, dice:
“Questa è una conferma davvero sorprendente del forte impatto che le mutazioni de novo possono avere sullo sviluppo cerebrale precoce”.
Interessante collegamento tra TBR1 e FOXP2
Il team sottolinea che per funzionare correttamente, il cervello umano richiede un certo numero di geni e proteine a lavorano insieme. Pertanto, i ricercatori si sono prefissi di identificare i geni che interagiscono con TBR1.
Essi hanno trovato un legame diretto tra TBR1 e FOXP2 – un gene che svolge un ruolo importante nei disturbi della parola e del linguaggio. Inoltre, il team ha scoperto che le mutazioni in uno di questi due geni, interrompe il loro collegamento.
L’ autore senior dello studio, Prof. Simon Fisher, direttore del Nijmegen Max Planck Institute for Psycholinguistics, dice: “Abbinando i dati dello screening di analisi funzionale del genoma in laboratorio, stiamo iniziando a costruire un quadro dei percorsi neurogenetici che contribuiscono ai tratti umani fondamentali”.
Commentando i loro risultati complessivi, i ricercatori spiegano:
“Questi risultati supportano l’ipotesi che le mutazioni de novo, in sporadici casi di autismo, hanno gravi conseguenze funzionali. Inoltre, questa ricerca contribuisce a fare chiarezza sui meccanismi neurogenetici che in diversi disturbi dello sviluppo neurologico, coinvolgono i deficit del linguaggio”.
Fonte: De novo TBR1 mutations in sporadic autism disrupt protein functions, doi:10.1038/ncomms5954, Pelagia Deriziotis et al., published in Nature Communications, 18 September 2014, abstract.