Biomarcatori sierici di albumina e creatinina sembrano essere associati con la sopravvivenza nei pazienti con sclerosi laterale amiotrofica (SLA) e possono contribuire a definire la loro prognosi dopo che sono diagnosticati con la malattia neurodegenerativa letale comunemente conosciuta come morbo di Lou Gehrig.
L’ autore dello studio è Adriano Chiò, MD, del Dipartimento di Neuroscienze Montalcini a Torino.
Il tempo di sopravvivenza dei pazienti con SLA è di 2 a 4 anni dall’esordio e 1-3 anni dalla diagnosi. Pertanto, vi è la necessità di identificare biomarcatori affidabili per la pratica clinica e la sperimentazione farmacologica.Gli autori hanno esaminato i marcatori del sangue di un gruppo di pazienti in Italia e poi replicato i risultati in un altro gruppo di pazienti. Gli indicatori esaminati hanno incluso leucociti totali, glucosio, colesterolo, albumina, creatinina e ormoni stimolanti la tiroide.
Risultati: i livelli di albumina e creatinina sierici sono stati collegati alla sopravvivenza dei pazienti SLA in entrambi i sessi. La creatinina riflette la funzionalità muscolare e l’ albumina è stata collegata con l’infiammazione. Bassi livelli di albumina e creatinina sono legati a peggiore funzione clinica e diagnosi.
Discussione: “Sia la creatinina che l’albumina sono indicatori affidabili e facilmente rilevabili della gravità della disfunzione motoria nella SLA e potrebbero essere utilizzati per definire la prognosi dei pazienti al momento della diagnosi, attraverso studi longitudinali sulle variazioni di albumina sierica e livelli di creatinina per determinare se e come questi fattori ematologici variano durante la progressione della malattia”.
Lo studio è stato pubblicato on line da JAMA Neurol il 21 luglio 2014.
Fonte http://media.jamanetwork.com
Media Advisory: Per contattare l’autore Adriano Chiò, MD, email achio@usa.net