I ricercatori della McMaster University hanno scoperto una molecola chiave che potrebbe portare a nuove terapie per le persone affette da celiachia, una malattia autoimmune spesso dolorosa ed attualmente incurabile.
La ricerca è stata pubblicata in The American Journal of Gastroenterology .
La celiachia è una sensibilità alimentare al glutine contenuto nei cereali. Nelle persone che sono geneticamente predisposte, il glutine innesca una risposta immunitaria che porta alla distruzione del rivestimento intestinale, causa dolori addominali, cambiamenti nelle abitudini intestinali, la malnutrizione e molti altri sintomi che includono anemia e problemi neurologici.
Le persone affette da questa malattia non possono mangiare alimenti contenenti frumento, segale o orzo, che è una fonte principale di assunzione di proteine nella dieta occidentale.
I ricercatori della McMaster University hanno scoperto che una molecola, chiamata Elafin, che è una proteina umana endogena e che è presente nell’intestino di individui sani, è significativamente diminuita nei pazienti con malattia celiaca.
Come noto, nella celiachia diversi peptidi gliadinici fungono da epitopi, ovvero parti di antigene che attivano la risposta immunitaria e causando infiammazione.. Questa infiammazione è ulteriormente amplificata da un enzima chiamato transglutaminasi 2. Un dato interessante della ricerca, dicono gli scienziati, è che Elafin, interagendo con l’enzima transglutaminasi 2, diminuisce la reazione enzimatica che aumenta la tossicità dei peptidi derivati dal glutine. Negli studi con i topi, i ricercatori hanno scoperto che la somministrazione della molecola Elafin protegge il rivestimento intestinale dell’intestino superiore che è danneggiato dal glutine.
Elena Verdu, professore associato di Medicina della Michael G. DeGroote School of Medicine, dice: “C’è un grande bisogno di una terapia in grado di proteggere i pazienti con malattia celiaca.I nostri risultati sollevano la possibilità di somministrare Elafin come nuova terapia adiuvante alla dieta priva di glutine. Questo aggiunge flessibilità ad una dieta permanente restrittiva e aumenta la qualità di vita dei pazienti e potenzialmente accelera la guarigione delle lesioni intestinali nei celiaci”.
La ricerca ha implicazioni che trascendono la malattia celiaca.
Recentemente, l’intolleranza al glutine è stata riportata anche nei pazienti che non hanno la malattia celiaca (sensibilità al glutine non celiaca).
Lo sviluppo di nuove terapie come questa, potrebbe aiutare nella gestione dei disturbi gastrointestinali più comuni come la sindrome dell’intestino irritabile che potrebbe essere innescata anche da alimenti contenenti frumento.
Fonte newswise