Gli scienziati hanno scoperto perchè, un certo tipo di batteri innocui in persone sane, possono essere letali in pazienti affetti da fibrosi cistica. Il batterio Burkholderia cneocepacia , causa un’infezione polmonare grave e persistente , nei pazienti con fibrosi cistica ed è resistente agli antibiotici. La fibrosi cistica è una malattia cronica, caratterizzata da un accumulo di muco nei polmoni ed in altre parti del corpo. I ricercatori dell’Ohio State University, hanno dimostrato che il batterio B. cenocepacia , interferisce con un processo importante per la sopravvivenza delle cellule il cui compito è quello di combattere le infezioni. Questo fenomeno è ancora più forte in persone affette dalla fibrosi cistica, poichè l’infezione aggrava il malfunzionamento delle cellule. Il gruppo di ricerca ha anche dimostrato che la rapamicina , un farmaco già noto per stimolare il processo di sopravvivenza delle cellule chiamato autofagia, ha aiutato il controllo di B. cecocepacia infezione. Lo studio ha analizzato anche il ruolo di una molecola chiamata P62 nel processo di autofagia e dimostrato la manipolazione dei livelli di P62, potrebbe aiutare a combattere l’infezione letale. La ricerca è stata presentata al meeting annuale di Biologia Molecolare e Biochimica. L’infezione da batterio B. cenocepacia, rimane un’infezione relativamente rara, ma altamente trasmissibile nei pazienti con fibrosi cistica.