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Autismo: nuova speranza di trattamento dall’ossitocina

Una singola dose di ormone ossitocina, fornita tramite spray nasale, ha dimostrato di migliorare l’attività cerebrale durante l’elaborazione di informazioni di interazione sociale, nei bambini affetti da autismo.

I ricercatori della Yale School of Medicine hanno pubblicato il loro studio sugli Atti dell’Accademia Nazionale delle Scienze il 2 dicembre 2013.

L’ossitocina è un ormone naturalmente prodotto nel corpo umano che è implicato nel legame sociale. In effetti, altre ricerche recentemente hanno scoperto che l’ossitocina stimola il centro della ricompensa nel cervello  aumentando l’attrattiva sociale e rafforzare anche la monogamia.

Secondo i ricercatori della Yale, il loro è il primo studio ad analizzare come l’ossitocina interessa la funzione cerebrale in bambini con autismo.

Guidati da Ilanit Gordon, il team ha condotto un esperimento in doppio cieco, controllato con placebo, che ha coinvolto 17 bambini e adolescenti con autismo, di età compresa tra 8 e 16,5 anni.

Dopo che i partecipanti sono stati trattati con lo spray nasale a base di ossitocina o con un placebo, i ricercatori hanno misurato l’attività cerebrale con la risonanza magnetica funzionale ( MRI ).

L‘autismo è il risultato di un disturbo neurologico che colpisce la normale funzione del cervello: le persone affette da ASD, hanno difficoltà di comunicazione e di interazione sociale.

“Abbiamo trovato che i centri cerebrali associati con la ricompensa e le emozioni durante le attività sociali, hanno dato una risposta maggiore nei bambini che hanno ricevuto l’ossitocina rispetto al placebo”, ha spiegato Gordon. ” L’ ossitocina ha temporaneamente normalizzato le regioni cerebrali responsabili dei deficit sociali osservati nei bambini con autismo.”

I risultati della ricerca mostrano che l’ossitocina ha facilitato la sintonia sociale. Dopo il trattamento con l’ ossitocina, le regioni del cervello coinvolte nel comportamento sociale e cognizione sociale, si attivano di più per rispondere a stimoli sociali e  meno per gli stimoli non-sociali.

I ricercatori sostengono che l’attivazione neurale osservata, ” potrebbe facilitare l’apprendimento sociale, portando così il cambiamento a lungo termine nei sistemi neurali e successivi miglioramenti comportamentali.”

“I nostri risultati sono particolarmente importanti se si considera la necessità urgente di trattamenti per la  disfunzione sociale, in disturbi dello spettro autistico”, ha concluso Gordon.

Fonte  PNAS , 2 dicembre 2013 DOI: 10.1073/pnas.1312857110

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