Mantenere il giusto livello di zucchero nel sangue, nella malattia da diabete di tipo II, non è solo responsabilità dell’insulina, ma anche di un ormone chiamato glucagone. Per decenni, trattamenti per diabete II, hanno preso di mira l’insulina , ma un nuovo studio suggerisce che un approccio migliore è ridurre l’influenza del glucagone sulla glicemia. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Cell Metebolism. Nell’ultimo decennio, il successo di incretine, una nuova classe di farmaci per diabete,ha indirizzato la ricerca sul glucagone. Le incretine erano note per la loro capacità di stimolare l’insulina, ma recenti studi hanno dimostrato che una parte del loro successo clinico può essere attribuito agli effetti inibitori che svolge sul glucagone. L’esperienza ha portato alla ricerca di altri farmaci che agiscono sul glucagone, compresi i composti che bloccano il glucagone nel fegato, dove il glucosio agisce libero. Sono stati testati farmaci che bloccano i recettori del glucagone nel fegato, ma poichè il glucagone ha diversi compiti, la sua inibizione può causare aumento del colesterolo e causare accumulo di grasso nel fegato. La ricerca mostra come l’effetto del glucagone sul glucosio può essere disattivato, senza controindicazioni. I ricercatori hanno evidenziato che il glucagone si lega al suo recettore ed il glucosio viene rilasciato solo dopo che un enzima chiamato CAMKII, viene attivato. CaMKII attivato, invia una proteina chiamata F0XO1 nel nucleo della cellula dove si accendono i geni necessari per la secrezione del glucosio. Anche quando la malattia diabetica è ben controllata, la maggior parte dei pazienti presenta un’attività eccessiva di glucagone. Secondo gli scienziati, bloccare la proteina CaMKII potrebbe essere un nuovo modo per abbassare lo zucchero nel sangue e meglio curare la malattia. Quando i ricercatori hanno bloccato la proteina CaMKII nei topi obesi con diabete, lo zucchero nel sangue è diminuito senza effetti collaterali negativi, il colesterolo si è abbassato, il grasso nel fegato si è ridotto ed è aumentata la sensibilità all’insulina.
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