HomeSaluteFegatoScoperto nuovo potenziale trattamento per la steatosi epatica non alcolica

Scoperto nuovo potenziale trattamento per la steatosi epatica non alcolica

I ricercatori, in un articolo pubblicato sulla rivista Cell Reports, riportano la scoperta di una nuova terapia molecolare mirata che riduce drasticamente lo sviluppo iniziale della steatosi epatica non alcolica (NAFLD) in modelli di topo di laboratorio della malattia.

Lo studio, pubblicato online il 30 giugno, ha trovato un aumento dei livelli di un enzima chiamato cdk4 nei pazienti con NAFLD e in modelli murini.

I ricercatori del Cincinnati Children’s Hospital Medical Center riferiscono che l’uso di due farmaci che inibiscono cdk4 in modelli murini di NAFLD (flavopiridol ), ha ridotto significativamente lo sviluppo della steatosi epatica allo stadio iniziale.

“Questo è il primo studio a dimostrare che cdk4 innesca lo sviluppo della steatosi epatica non alcolica e che inibendo questo enzima è possibile prevenire e invertire il primo passo della malattia”, ha detto Nikolai Timchenko, PhD, autore senior dello studio e capo del Liver Tumor Biology Program al Cincinnati Children’s.

” Entrambi gli inibitori cdk4 che abbiamo testato sono già stati approvati dalla FDA e in studi clinici per il cancro al fegato, quindi è possibile avviare le sperimentazioni cliniche con questi farmaci per il trattamento della steatosi epatica non alcolica, al più presto”.

La condizione è causata da un accumulo anomalo di grasso nelle cellule del fegato. Colpisce fino al 25 per cento della popolazione degli Stati Uniti e di solito si sviluppa in persone che sono in sovrappeso, obese o che hanno il diabete e colesterolo alto. Il primo stadio della  steatosi epatica, può progredire in NASH (steatoepatite non alcolica) e, infine, in cirrosi o cancro del fegato.

Attualmente ci sono nuovi trattamenti in fase di sperimentazione in studi clinici con risultati promettenti, ma questi studi hanno rivelato anche l’evidenza di gravi effetti collaterali che essi possono causare.

( Vedi anche:Steatosi epatica non alcolica: il grasso addominale causa gravi complicazioni).

Svelare un mistero

Nonostante i progressi tecnologici nell’ analisi molecolare, molto poco si sa circa eventi biologici fondamentali che causano la steatosi epatica non alcolica. Nelle persone, la malattia è di solito legata all’età e ad un’inadeguata dieta ricca di grassi, che inizialmente porta al primo stadio della malattia.

Per la sperimentazione,Timchenko ed i suoi colleghi hanno trattato i topi con una dieta ad alto contenuto di grassi, imitando le fasi principali di sviluppo di NAFLD nelle persone.

I ricercatori hanno iniziato a fare progressi nel dipanare la progressione molecolare di NAFLD quando i topi geneticamente ingegnerizzati, hanno sviluppato la malattia nella prima fase, molto più velocemente rispetto ai topi normali. I ricercatori hanno scoperto che questi topi avevano livelli elevati di un complesso di enzimi, suggerendo che un particolare enzima potrebbe scatenare la malattia.

Dopo ripetuti test – compresa l’analisi dei tessuti del fegato donati da pazienti umani – i ricercatori hanno trovato un’ associazione tra elevati livelli di cdk4 e NAFLD nell’uomo e modelli murini. I topi che sono stati allevati per non esprimere alti livelli di cdk4 non hanno sviluppato la fase iniziale di NAFLD, secondo gli autori.

Poichè NAFLD è una malattia progressiva con diverse fasi, i ricercatori stanno ora conducendo test per verificare se l’uso di farmaci per inibire cdk4 non solo ferma o inverte la progressione della steatosi epatica nella fase iniziale, ma anche nelle fasi successive della malattia.

Fonte: Cincinnati Children’s

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