Un nuovo studio ha rivelato che molti disturbi mentali condividono una struttura comune nel cervello. Sono state esaminate sei condizioni, tutte collegate alla perdita di materia grigia in tre aree specifiche relative alle funzioni cognitive.
La ricerca, pubblicata su Jama Psychiatry, è una meta-analisi di studi di neuroimaging strutturali che coinvolgono disturbi come la dipendenza, ansia, disturbo bipolare, disturbo ossessivo compulsivo e schizofrenia.
” Nel corso degli ultimi anni, la psichiatria si è concentrata sulla creazione di categorie diagnostiche basate su sintomi clinici”, scrivono gli autori. Tuttavia, sia le analisi cliniche che genetiche hanno rivelato somiglianze tra diversi disturbi differenti, suggerendo che ci potrebbe essere un collegamento biologico di fondo tra le diverse forme di malattie mentali.
Gli autori affermano che esiste una “disconnessione” tra la classificazione delle malattie psichiatriche e reperti biologici emergenti, sottolineando la necessità di questa ricerca.
Perdita di materia grigia identificata in regioni associate con funzioni esecutive
Madeleine Goodkind e coautori, hanno riesaminato gli studi di neuroimaging strutturale di sei diversi disturbi mentali, provenienti da tre insiemi di dati di grandi dimensioni. L’analisi ha incluso 173 ricerche che hanno coinvolto 7381 pazienti affetti da malattie mentali e 8511 pazienti sani, per il controllo. Tutti gli studi hanno utilizzato una tecnica di imaging chiamata morfometria-voxel- based ( VBM), una tecnica di analisi in neuroimaging che consiste nell’investigazione di differenze focali nell’anatomia del cervello e ampiamente utilizzata tra le principali diagnosi psichiatriche.
Attraverso l’analisi delle sei diagnosi psichiatriche, i ricercatori hanno individuato la perdita di materia grigia in tre regioni del cervello: il cingolato anteriore dorsale (DACC), la parte della corteccia cerebrale situata nella regione superiore della superficie mediale dei lobi frontali; l’insula destra che interviene nella consapevolezza degli stati corporei fornita dagli enterocettori, come la capacità di percepire il proprio battito cardiaco e l’insula sinistra.
L’ analisi di queste tre regioni nel cervello dei partecipanti sani, ha rivelato che esse formano una rete interconnessa associata a funzioni esecutive, alla gestione dei processi cognitivi come il processo decisionale, il ragionamento e l’autocontrollo.
Gli autori scrivono che i risultati di questa meta-analisi offrono una comprensione transdiagnostica della malttia mentale, in un contesto suggestivo di meccanismi neurali comuni nonostante l’eziologia e/o espressione della malattia.
L’autore senior dello studio, il Dr. Amit Etkin della Standford University School of Medicine, ha concluso: ” La scoperta di una struttura neurale comune in questi disturbi mentali, consentirà di utilizzare le terapie per alcuni disturbi, anche per il trattamento di altri”.
Progetti di ricerca futuri indagherannno se ci sono somiglianze anche nell’attività cerebrale tra le diverse diagnosi psichiatriche. Inoltre saranno esaminati gli effetti della stimolazione cerebrale non invasiva sulle tre regioni del cervello individuate, a fine di valutare se essa potrebbe costituire la base di un trattamento per questi disturbi.
Gli autori affermano che i cambiamenti strutturali comuni osservati nonostante eziologie potenzialmente differenti, sollevano la possibilità di alcuni interventi che hanno come target l’insula anteriore e DACC.
Fonte Neuroimaging studies review suggests areas of agreement in psychiatric diagnoses, Madeleine Goodkind, et al., JAMA Psychiatry, doi:10.1001/jamapsychiatry.2014.2206, published online 4 February 2015.